Conosci la tua mappa?

Avete presente quando conoscete qualcuno e all’inizio tutto fluisce armonicamente e naturalmente, ed è talmente bello che ci si capisce al volo? Capita così negli amori e anche con alcune amicizie!

Poi man mano che la conoscenza avanza ci si accorge che non c’è una simmetria perfetta (e meno male!). Che l’altro non sempre coglie qualunque mio pensiero o stato d’animo, e di conseguenza non sempre ‘azzecca’ la risposta giusta al momento giusto. Oooohh e com’è? Amara sorpresa e delusione…

Ci rendiamo conto che all’altro serve un aiutino per capirci e allora ci mettiamo a cercare le parole per esprimere quello che stiamo provando o quello di cui avremmo bisogno, e…? E ci accorgiamo che non è poi così semplice parlare di sé, vorremmo invece che l’altro capisse senza stare a dare troppe spiegazioni. Figuriamoci poi quando si tratta di coppie di lunga data! Ti pare che ancora non sappia che mi dà fastidio quando…? Ma che glielo devo ancora spiegare che vorrei fosse qui con me invece di…?

Da una parte vorremmo che l’altro ci venisse incontro in un bisogno o un desiderio, dall’altra non lo esplicitiamo, nutrendo l’aspettativa che l’altro intuisca da sé. Sì insomma, come quando eravamo in fasce e l’altro (di solito la mamma) intuiva il motivo del nostro pianto.

Come mai siamo così infastiditi nel parlare di noi? Eppure quando entriamo al bar, ci avviciniamo al bancone con l’intenzione di chiedere quello che ci va in quel momento. Perfino al bar sotto casa dove ci vedono ogni mattina, ci chiedono cosa prendiamo: di certo non lo possono intuire!

Allora come mai con l’altro con cui ci troviamo davvero bene e magari scegliamo pure di viverci insieme, attiviamo la modalità lettura-della-palla-di-vetro (o pensiero magico)? Considerando che anche l’altro vive nello stesso modo e con la stessa aspettativa, capite bene la quantità di motivi per litigare e sentirsi incompresi.

Quindi escludendo la lettura-della-palla-di-vetro e avendo accettato che il pensiero magico non esiste, occorre attrezzarsi per trovare le parole per dire i propri pensieri, desideri, bisogni, gusti, difficoltà.

Trovare le parole per raccontarsi significa saperne un po’ di più su se stessi, ossia avere consapevolezza di sé. Si tratta cioè di allenare la capacità di percepire le proprie emozioni in tempo reale e scegliere di adottare comportamenti e reazioni congruenti.

Un esempio. Hai avuto una giornata lavorativa difficile, rientri dentro casa e ti viene chiesto di fare qualcosa. Provi immediatamente risentimento, che o espliciti fragorosamente o ingoii silenziosamente. In entrambi i casi, dentro di te si avvicendano frustrazione, senso di colpa, sfinimento, incomprensione, rabbia.

Cosa ti è mancato in realtà? Uno spazio ‘cuscinetto’ dove tu ti possa riconoscere e legittimare lo sforzo eccessivo richiesto a lavoro e dirti: oggi è stato davvero troppo! Magari, ti accorgi anche di un’altra cosa, che forse non sai dire di no quando si tratta di un carico eccessivo per te, per cui arrivi a sfinirti per fare quello che ti è stato richiesto, anche se era troppo. Questo passaggio di autolegittimazione è indispensabile e lo puoi fare solo tu con te stesso.

Lo spazio ‘cuscinetto’ non te lo dà il tuo partner, i tuoi figli, i genitori, l’amante o l’amico. È il tuo spazio interiore dove prendi contatto con ciò che stai provando, lo riconosci, gli dai cittadinanza, gli assegni un posto dentro di te.

  1. prendere contatto con l’emozione
  2. riconoscerla
  3. darle cittadinanza
  4. assegnarle un posto

Solo allora sarai in grado di trovare le parole per dire come stai in questo momento e andare incontro agli altri senza avere la necessità di scaricare su di loro il tuo fardello.

La consapevolezza di sé è una competenza vera e propria, che si acquisisce e si allena. In un percorso di Counseling si impara a familiarizzare con le emozioni, attraverso un approccio pragmatico a partire cioè da quello che abbiamo a nostra disposizione: il nostro corpo. Le informazioni che ci dà il corpo sono come le coordinate in una mappa, ci danno indicazioni utili e preziose, fornendo una direzione. Occorre imparare a leggere la mappa per potersi orientare tra le emozioni, in modo da non esserne travolto o immobilizzato. Ciò ti consente di governarle e non esserne schiavo, e di sentirti invece un po’ più libero. E più vivo!

Conoscere la tua mappa delle emozioni migliora le relazioni che hai con gli altri, non solo quelle di coppia! Il pensiero magico non ce l’hanno nemmeno i colleghi di lavoro o gli amici: quello che stai vivendo nel tuo spazio interiore non lo può sapere nessuno, se tu non lo esprimi. E se tu non fai i conti con quello che stai vivendo dentro, inevitabilmente va a interferire con le relazioni all’esterno. 

Infine. Nessuno può decidere quando far arrivare un’emozione o quando farla andare via. Puoi fare finta che non esista e lasciarti attraversare dalle decine e decine di emozioni ogni giorno, senza volerne sapere di te e di come stai. Salvo poi inferocirti perché gli altri non sono sufficientemente attenti a te e ai tuoi bisogni. 

Oppure puoi scegliere di ascoltarti e riconoscere quello che sta accadendo dentro di te, e quindi di vivere! 

 

 

 

 

 

 

 

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