Quando finisce

Che una storia possa finire lo sappiamo, è doloroso eppure lo mettiamo in conto. Che si tratti di una storia d’amore,  di un’amicizia, di un rapporto di lavoro, o di una vita.

Eppure, quando succede, non ci occupiamo di come uscire da quella storia. Qualcuno taglia i ponti e va via, qualcun’altro non riesce a chiudere e rimane lì facendo un passo avanti e due indietro, altri restano nella situazione pur sapendo che ormai non c’è più niente da fare perché quella storia ha dato tutto quel che poteva ed è finita.

Il momento della chiusura è un passaggio delicato e prezioso. Forse non ci hanno insegnato come si fa e non conosciamo nemmeno qual è il nostro stile di chiusura di una esperienza. Ognuno di noi ha il proprio, quello che ripete ogni volta.

Qualunque sia il nostro stile, la chiusura è un passaggio delicato, nel quale attraversiamo tante emozioni, a volte mischiate e confuse tra loro, come rancore, delusione, rabbia, paura, rammarico, dispiacere, smarrimento, dolore, senso di ingiustizia. Perché in quella situazione lì ci siamo entrati di nostra spontanea volontà, l’abbiamo voluta e costruita giorno per giorno, dedicando energie e tempo, investendo sogni e speranze.

E ora invece è arrivato il tempo di chiudere quel pezzo di vita e salutarlo, proprio come quando hai accompagnato il tuo amico al treno, è salito e, con tutto il dispiacere della separazione, lo saluti mentre il treno si sta allontanando.

Come si fa a chiudere? Come si saluta una situazione senza rimanerci sepolti sotto?

Sono talmente tante e intense le emozioni che ci attraversano, che la sensazione è proprio quella di esserne sommersi e sopraffatti, e di ritrovarsi in un turbinio di sentimenti e risentimenti, di nostalgie e rabbia, di ingiustizia e dolore. Avvertiamo persino fitte e malessere fisico, come se fossimo realmente feriti nel corpo che ci sembra stia sanguinando e che non voglia arrestare il flusso di dolore che ne esce.

Se proprio è ora di chiudere, almeno facciamolo per bene. Da come salutiamo questa storia, dipenderà il modo in cui andremo incontro alla prossima. Da come chiudiamo questa situazione, dipenderà la fiducia con cui accoglieremo la prossima.

Se chiudiamo lacerando tutto, se la rabbia fa terra bruciata di tutto quello che abbiamo vissuto, non resteranno che macerie, che cenere di quella esperienza. Azzerando tutto, cose riuscite e quelle meno, momenti buoni e momenti difficili, ricordi teneri e quelli tristi. Quando la rabbia cieca cancella tutto, non stiamo facendo male all’altro. Stiamo facendo male a noi stessi, togliendo valore prezioso a ciò che è stato.

Chiudere bene, fa bene. Si tratta di conoscere il proprio stile di chiusura e imparare a salutare la storia, la persona che va via, e il rapporto che da questo momento in poi non sarà più quello di prima.

Trascurare la chiusura spesso è fonte di grandi rancori e occasione di risentimenti che col tempo scavano dentro, e inaspriscono la vita, impedendo di fatto l’apertura a nuovi incontri e opportunità.

P.S. Osservate come state chiudendo la vostra settimana.

 

 

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