Il sereno splendore della Vita

Oggi mancano molti papà a cui fare i nostri migliori auguri e questa ricorrenza fa riemergere emozioni di mancanza, nostalgia, e anche dolore. Sono sentimenti che conosciamo, che vivono con noi e che ci possono inchiodare ad un passato che è passato, mentre il presente ci ha già portati altrove, nel qui e ora.

Leggete com’è inequivocabile Jung su questo: “Benché oscuro sia lo sfondo sul quale la morte si manifesta, altrettanto oscuro quanto quello della vecchiaia e della malattia, per non dire di quello del peccato e della stoltezza, ebbene è lo stesso sfondo sul quale si staglia il sereno splendore della vita.” […] “Mentre la morte ci toglie ciò che ci è più caro, al tempo stesso ci restituisce a ciò che ci è più prezioso. Non è il mistero della morte che siamo chiamati a sciogliere: piuttosto è quello della vita. La vita è un imperativo assoluto al quale nessuno deve sottrarsi. *

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Quando finisce

Che una storia possa finire lo sappiamo, è doloroso eppure lo mettiamo in conto. Che si tratti di una storia d’amore,  di un’amicizia, di un rapporto di lavoro, o di una vita.

Eppure, quando succede, non ci occupiamo di come uscire da quella storia. Qualcuno taglia i ponti e va via, qualcun’altro non riesce a chiudere e rimane lì facendo un passo avanti e due indietro, altri restano nella situazione pur sapendo che ormai non c’è più niente da fare perché quella storia ha dato tutto quel che poteva ed è finita.

Il momento della chiusura è un passaggio delicato e prezioso. Forse non ci hanno insegnato come si fa e non conosciamo nemmeno qual è il nostro stile di chiusura di una esperienza. Ognuno di noi ha il proprio, quello che ripete ogni volta.

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