Il sereno splendore della Vita

Oggi mancano molti papà a cui fare i nostri migliori auguri e questa ricorrenza fa riemergere emozioni di mancanza, nostalgia, e anche dolore. Sono sentimenti che conosciamo, che vivono con noi e che ci possono inchiodare ad un passato che è passato, mentre il presente ci ha già portati altrove, nel qui e ora.

Leggete com’è inequivocabile Jung su questo: “Benché oscuro sia lo sfondo sul quale la morte si manifesta, altrettanto oscuro quanto quello della vecchiaia e della malattia, per non dire di quello del peccato e della stoltezza, ebbene è lo stesso sfondo sul quale si staglia il sereno splendore della vita.” […] “Mentre la morte ci toglie ciò che ci è più caro, al tempo stesso ci restituisce a ciò che ci è più prezioso. Non è il mistero della morte che siamo chiamati a sciogliere: piuttosto è quello della vita. La vita è un imperativo assoluto al quale nessuno deve sottrarsi. *

Finché siamo vivi siamo chiamati a sciogliere il mistero della vita, non quello della morte. C’avevate mai pensato? Jung non sminuisce il dolore o lo smarrimento per la perdita, no! Piuttosto aggiunge un nuovo spunto: quello di prendere in seria considerazione la vita, come imperativo assoluto! Mi emozionano queste parole, perché allora sì che ritrovo il senso del mio vivere: non c’è solo il gran dolore per la perdita, c’è anche tutto il sereno splendore della vita a cui siamo chiamati.

E non va per il sottile Jung, parla di dovere di scegliere la vita, in quanto ogni vita non vissuta finisce per rivoltarsi contro, perché non vivendola si riempie di rancore.

Allora va bene se il dolore, la mancanza e la nostalgia ogni tanto ci vengono a trovare: allo stesso tempo prendiamocene cura nel qui e ora del nostro oggi, e vediamo cosa possiamo farne per vivere al meglio il presente, senza farci risucchiare indietro dal passato che ormai è andato.

Prendersi cura del proprio dolore è l’unico modo per godere del sereno splendore della Vita e dare senso ai propri giorni. Al contrario, rinnegare il dolore è il modo per rovinarsi la Vita e non viverla per quanta rabbia si accumula.

Abbiamo bisogno di carezze e di gesti che ci fanno stare bene: prima di andare a cercarli altrove, iniziamo da noi stessi.

Abbiamo fame di tenerezza, in un mondo dove tutto abbonda, siamo poveri di questo sentimento che è come una carezza per il nostro cuore. Abbiamo bisogno di questi piccoli gesti che ci fanno stare bene… la tenerezza è un amore disinteressato e generoso, che non chiede nient’altro che essere compreso e apprezzato…
(Alda Merini)

*http://www.jungitalia.it/2016/11/27/la-vita-non-vissuta-accumula-rancore-verso-di-noi-una-lettera-di-jung-sulla-perdita/

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