Laboratorio: perché?

Organizzare laboratori esperienziali è una delle attività di una counselor, a me piace tantissimo. Ne ho organizzati diversi, sulle emozioni, sulle dinamiche relazionali, tra genitori e figli, di coppia, sulla assertività, la gestione del tempo, la comunicazione.

Come mai laboratori e non seminari?

Il seminario prevede la presenza di un esperto del tema che espone il suo sapere ad una platea, a senso unico. Come se ci fossero due contenitori, uno tanto pieno, l’altro tanto meno: durante il seminario  l’esperto travasa un po’ di contenuto da sé alla platea. Il tutto avviene sul piano cognitivo. Poi si torna a casa, con il contenitore del sapere un pochino più pieno di prima.

Vi domando: ora che ne sapete un po’ di più, ad esempio, sulle dinamiche interpersonali, sapete anche come rendere le vostre relazioni più soddisfacenti? Purtroppo no. Sapere la teoria non basta, avete bisogno di fare pratica. Non avete forse fatto così per prendere la patente di guida? O quando avete imparato a mangiare da soli?

Quando è iniziata la fase dello svezzamento, avete iniziato ad usare un cucchiaino e poi la forchettina per mangiare, avete provato e riprovato a fare quello che vedevate fare ai grandi. Facevate pratica. Non avete imparato a usare le posate perché qualcuno vi aveva spiegato che il sistema neurovegetativo comunica con quello muscolo-scheletrico, per cui prendevate in mano una forchetta, infilzavate il cibo e lo portavate alla bocca. E non avete iniziato a usare le posate quando vi hanno spiegato di quale materiale plastico atossico fosse fatto il cucchiaio che tenevate in mano.

Avete iniziato a provare. E avete provato la prima volta, poi la seconda, e poi tante tante volte, come ripeteva Amanda Sandrelli nel celebre film ‘Non ci resta che piangere‘ . All’inizio c’era qualcuno con voi che vi accompagnava nella sperimentazione, vi sosteneva quando non riuscivate, vi suggeriva come fare meglio, e vi stava accanto. Provate a pensare a tutte le volte che avete iniziato qualcosa di nuovo e qual è stato lo schema di apprendimento.

Perciò sin da piccoli ci è stato insegnato come mangiare, come allacciare le scarpe, come scrivere, come guidare…difficilmente ci hanno insegnato come ascoltare, come riconoscere un’emozione e come esprimerla, come gestire le dinamiche di coppia, o come assumersi la responsabilità del proprio vissuto. In questo abbiamo fatto da autodidatti, con tutto ciò che ne consegue.

Ecco, a questo servono i laboratori esperienziali di Counseling: a sperimentare se stessi in qualcosa di nuovo, in un contesto protetto e sicuro, di rispetto reciproco. Impariamo facendo, learning by doing. Imparo ad essere un po’ più assertivo se fatico a far sentire il mio parere in ufficio (invece di tacere), a chiedere al partner (invece di pretendere) ciò di cui ho bisogno se sento che mi manca qualcosa, a gestire meglio il mio tempo se non voglio perdere le amicizie, a essere un po’ più presente (in termini qualitativi) se in famiglia mi dicono che penso solo al lavoro; e così via.

È un lavoro di vero artigianato, come quello del falegname, che lavora nella bottega dove ci sono gli attrezzi giusti, dove si respira l’odore del legno e dove si lavora su ciascun pezzo con pazienza e passione, trattandolo in modo unico e irripetibile, proprio come lo è ciascuno di noi.

Concedetevi questa opportunità di lavorare su voi stessi come esseri unici e irripetibili: l’unica persona per cui valga la pena lavorare e impegnarsi è la vostra, siete voi. Ci vediamo al laboratorio di sabato 30 settembre ‘Dal corpo alla mente‘.

P.S. Una volta non si faceva molta attenzione a come crescere, bisognava crescere e in fretta. Punto. Il mio papà ne sapeva qualcosa.

 

 

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